Allenamenti

Allenamenti

Ho iniziato a correre, quasi per scommessa, il 27 aprile 1998. Fino ad allora il mio “fare sport” era tutto focalizzato sul calcetto con gli amici. La corsa era una pratica che non rientrava nelle mie grazie, la trovavo noiosa ed inutile.
Nonostante questo – sempre con alcuni amici – per qualche anno, all’inizio dell’estate, forse per i sensi di colpa generati da qualche rotolo di grasso di troppo, mi sono ritrovato a correre sulla pista di atletica dell’impianto del CONI presente nella mia città.
Era proprio dura! Uno, due, tre… arrivare a dieci giri equivaleva a correre una maratona e non vedevo l’ora di sdraiarmi, stremato, sull’erba fresca, per qualche esercizio di potenziamento che avevo visto fare chissà dove…
Prima della fine dell’estate, però, tutta questa voglia di alzarmi presto la mattina si esauriva e la mia “voglia” di correre finiva tutta lì.
Prima del 29 aprile del 1998, alcuni eventi della mia vita hanno fatto crescere in me il desiderio di misurami con sfide che mi avrebbero aiutato ad innalzare la mia autostima.
Così mi sono ritrovato a correre… da solo, per 5 km e 800 metri circa, in 45 minuti, senza avere un’adeguata attrezzatura, senza sapere se sarei arrivato al traguardo.
Senza grandissime difficoltà – almeno per quello che ricordo ora – ho concluso il mio percorso e subito ho iniziato a provarci gusto.
Ho preso un foglietto a quadretti e, con una matita ho iniziato a disegnare una tabella in cui scrivere il tracciato fatto, i chilometri percorso e il tempo impiegato… nasceva così il mio primo “diario di corsa”.
Era scattata, dentro di me, la voglia di ripetere l’esperienza e anche di vedere quanti chilometri sarei riuscito a mettere uno dietro l’altro.
Ho fatto una mia tabella personale – al tempo non esistevano tutti questi siti specializzati, ma, soprattutto, non c’era ancora la cultura del running – una settimana su questo percorso poteva bastare per alzare l’asticella e puntare a qualcosa di più.
Con questo ritmo le mie uscite sono diventate sempre più lunghe, ma più che ad un certo numero di chilometri, puntavo a raggiungere un luogo che, fino a qualche mese fa, sarebbe stato impensabile raggiungere correndo.
Mi sembrava tutto fantastico! Fino a che è iniziato l’autunno ed è ritornata l’ora solare; non avevo più tutto il pomeriggio per correre: sembrava tutto finito!
Sono rimasto fermo qualche giorno, ma la voglia di correre era troppa, non volevo perdere tutto quello che avevo costruito in quei mesi, così mi sono disegnato un percorso serale che fosse tutto illuminato dalle luci artificiali.
Ma la luce dei lampioni non era sufficiente, così mi sono fatto cucire sul mio k-way tre bande catarifrangenti che mi avrebbero reso visibile anche da lontano.
Erano iniziate, così le mie corse notturne.
E così, da allora, non mi sono fermato più, a parte quando me l’ha chiesto con forza il mio corpo attraverso gli infortuni.
Mi sono evoluto nell’abbigliamento e nelle scarpe; oggi corro addirittura con un Garmin, mentre all’inizio usavo un orologio con lancette e mi dovevo ricordare a che ora ero partito, per sapere il tempo della mia corsa.
Ho sempre corso con la musica, è stata da sempre l’unica mia compagnia.
I primi anni correvo con walkman e cassetta e per cuffiette usavo quelle con archetto e cuffietta. Oggi ascolto gli mp3 grazie a cuffiette bluetooh collegate al mio smartphone.
Tutto intorno a me è cambiato. Quando correvo agli inizi, molto spesso mi prendevo insulti dai passanti che non capivano perchè corressi, era inconcepibile per loro, soprattutto correre sotto la pioggia!
Oggi corrono in molti e nessuno più mi prende in giro.
Nonostante l’età che avanza, riesco a correre ogni anno – infortuni permettendo – tra i 2800 e i 3000 chilometri. Ho preparato e corso diverse maratone, altre non sono riuscito a correrle, per causa di forza maggiore.
Ho corso in pianura, in collina e in montagna, in città e al mare, sulle dolomiti, lungo il Tevere e ovunque ne ho avuto la possibilità.
La mia filosofia è correre soprattutto per divertirsi, questo richiede anche qualche sacrificio ma, a mio avviso, non c’è emozione più bella di “domare” una lunga salita, per poi scendere sulla stessa strada e godersi il panorama, pensando: tutto questo me lo sono meritato io!
Buona corsa!

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