Reggia Reggia half marathon

Reggia Reggia half marathon

Domenica 20 novembre 2022 si è corsa la VIII edizione della Reggia Reggia half marathon, la gara internazionale di Caserta che ha visto la Reggia del Vanvitelli vestire l’abito da protagonista.

È stata la mia prima partecipazione a questa gara e sono contento di aver fatto questa nuova esperienza.

Le aspettative sulla mia prestazione non sono di quelle che non ti fanno dormire la notte prima della gara, anzi…

Questa è la prima di tre gare che mi sono regalato dopo la delusione per la mancata partecipazione alla Maratona di Parma dello scorso 16 ottobre, causa covid (ma questa è un’altra storia). Ho accennato alla maratona di Parma, solo per dire che il covid mi ha tenuto fermo per due settimane che, sommate alla settimana di scarico precedente la maratona, mi hanno fatto perdere buona parte della mia condizione fisica e, quando ho ripreso gli allenamenti, dopo essere guarito, ho avuto non poche difficoltà.

Avevo già sentito parlare di questa gara e mi faceva piacere correrla, così ho raccolto l’invito degli amici Massimo e Carmine – compagni di squadra nella Irpinia Italia – che, nel frattempo già si erano iscritti.

Il via era previsto per le 8.30, per cui la partenza da casa è stata intorno alle 6.45 e meno male che Massimo e Carmine erano già andati il giorno precedente a prendere il pettorale!

Il clima non era dei migliori: aveva piovuto nei giorni precedenti la gara e al mattino erano previste piogge consistenti, anche se la temperatura sarebbe stata al di sopra della media stagionale.

Durante il viaggio, approssimandoci alla zona di partenza, c’è stata un’alternanza di scrosci di pioggia, nuvoloni, ampie zone di sereno, poi ancora pioggia… alla fine il cielo è rimasto nuvoloso, ma non ci sono state precipitazioni, meglio così!

Abbiamo lasciato l’auto nell’ampio parcheggio sotterraneo antistante la Reggia di Caserta che è stata un’ottima soluzione anche per le operazioni da spogliatoio, visto che era al coperto, oltre al fatto che non era particolarmente caro, anzi…

Quando siamo sbucati dalle viscere del terreno, l’enorme edificio si apriva ai nostri occhi in tutta la sua maestà, resa ancora ancora più severa dal cielo plumbeo che la sovrastava: reggerà?

Puntini colorati che a volte si addensavano in macchie multicolori si muovevano all’impazzata per le strade adiacenti la Reggia, nella speranza di creare le condizioni fisiche migliori in vista della partenza. Il mio riscaldamento, negli ultimi tempi, è sempre più trascurato e, ora che ci penso, forse potrebbe essere la causa degli insuccessi delle ultime gare: devo impegnarmi a fare meglio…

È quasi ora di partire. Guadagniamo la posizione al centro del gruppo che non sai mai se è quella migliore o meno. Il tempo è ancora asciutto e lo rimarrà fino alla fine…

Lo starter annuncia la partenza e il serpentone si muove molto lentamente. Sento lo sparo, ma dove sono io non si muove ancora niente, poi si inizia a camminare molto lentamente e, poi, finalmente, si comincia a corricchiare. Oggi, grazie al chip nascosto sotto il pettorale, il rilevamento del tempo inizia da quando si passa sotto il portale della partenza, quindi tutto il tempo perso in precedenza per il traffico non influisce sulla prestazione.

La gara inizia su un rettilineo in basoli sconnessi e ancora bagnati per la pioggia delle ore precedenti. Questo mi costringe ad aumentare la soglia di attenzione che non può essere dedicata solo ai runners più lenti, ma anche alla mia incolumità.

Cerco di non perdere di vista i pacemaker, perchè, anche se non mi sento preparato bene, vorrei fare una buona prestazione. Riesco a tenere bene il passo, ma solo dopo un po’ mi accorgo che sto seguendo i palloncini di 1 ora e 50 minuti e non quello di 1 ora e 45: sembra poco, ma la differenza è sostanziale.

Il percorso, intanto, si rivela molto più impegnativo di quanto pensassi (mi avevano detto che sarebbe stato tutto pianeggiante), soprattutto a causa dei vari sottopassi e sopraelevate che con i loro brevi stratti in pendenza si facevano sentire nelle gambe. A questi, poi vanno ad aggiungersi le varie curve a gomito che, di certo, non velocizzavano il percorso.

Dall’undicesimo km, il tracciato comincia a diventare ancora più impegnativo: prima un tratto in falsopiano, con leggera pendenza e poi il tratto più duro: via dei Mulini militari che sale dritta fino all’altezza della fontana di Diana e Atteone.

Dopo tutta quella salita si entrava nei giardini della Reggia e si scende giù a capo fitto; ma non finisce qui. C’è ancora un pezzo di strada di correre all’interno del giardino inglese, nel fango, tra continui cambiamenti di direzione: la gara internazionale su strada si trasforma in trail!

Finalmente, zigzagando, riesco a guadagnare il traguardo, ma non ho la forza di fare l’ultimo scatto, ho dato veramente tutto.

Il tempo finale è stato: 1:46:37; la mia posizione 661° su 1404 arrivati al traguardo… Alla fine non posso lamentarmi.

La rifarei? Non so, non mi ha soddisfatto, mi aspettavo qualcosa in più, sia dal punto di vista del tracciato che dell’organizzazione… ma si può sempre migliorare.

Buona corsa

Cirunner

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.