Di corsa per Serino – Memorial Felice Pellecchia

Di corsa per Serino – Memorial Felice Pellecchia

Il 25 aprile 2023, alle ore 9, ha avuto inizio la manifestazione: “Di corsa per Serino“, in memoria di Felice Pellecchia, atleta serinese campione italiano di maratona nella categoria master 55, prematuramente scomparso.

Mi sono “imbattuto” in questa gara podistica, grazie al prof. Giovanni De Feo, a cui mi legano ricordi bellissimi di un tempo dedicato agli anziani (nel 1997 prestavamo il servizio civile presso la Cooperativa Irpina Assistenza Anziani di Avellino – meglio conosciuto come il Centro Anziani), con uno stile fuori dall’ordinario, modalità che Giovanni ha continuato ad adottare nella sua vita… Ma questa è un’altra storia…

Quando ho ricevuto il suo messaggio, sono rimasto un po’ perplesso, perchè non era nei miei programmi cimentarmi in una gara da 9,3 km che, sicuramente, sarebbe stata molto dura (per non dire che ci sono molte salite si usa dire che è una gara tecnica!) e che avrei dovuto correre a ritmi sostenuti, se non avessi voluto fare una scampagnata.

Così ho rinunciato all’idea di un bel “lungo”, corso ad andatura comoda, su strade di periferia, per ritrovarmi a Serino, contagiato dall’entusiasmo dei circa 250 atleti che, come in un incontro di famiglia, si sono ritrovati, quasi come a riprendere un discorso interrotto in qualche gara precedente, in un paesino più o meno lontano da Serino.

Il clima era ideale (circa 15°C), il sole tentava di fare capolino, ma, alla fine, le nuvole hanno avuto il sopravvento.

Dopo aver parcheggiato l’auto, mentre mi recavo al ritiro del pettorale, c’era proprio Giovanni che è venuto a darmi il benvenuto e col quale ho scambiato quattro chiacchiere, anche sulle caratteristiche del percorso, oltre che su qualche ricordo…

Poi – cosa che non mi accadeva ormai da tempo – ho svolto un tranquillo riscaldamento pre-gara, lungo le strade deserte e ancora assonnate di Serino.

Il clima, oltre quello meteorologico, era davvero bello. Non c’era la folla dei grandi eventi, dove era difficile incrociare un viso familiare, qui, invece, è stato davvero come stare a casa e così ci hanno fatto sentire anche gli organizzatori che, con la loro presenza discreta, hanno fatto in modo che tutto funzionasse al meglio.

Inesorabilmente è arrivato il momento di metterci sulla linea di partenza.

I top runner sono davanti a tutti, in attesa di correre una gara a parte, noi mortali, invece, ancora che chiacchieriamo tra noi, qualche istante prima della partenza.

La starter da’ il via alla manifestazione.

Giovanni mi aveva spiegato che la parte iniziale del percorso era abbastanza impegnativa e, infatti, così era.

Non conoscendo la zona, anche se avevo visto la planimetria del tracciato nei giorni scorsi, non potevo forzare troppo, col rischio di bruciare troppo presto le energie che mi sarebbero servite più avanti.

Non amo molto le gare brevi, proprio perchè richiedono un’intensità di sforzo diversa in confronto alle gare lunghe, dove puoi gestire meglio le energie e il ritmo gara, tirando fuori anche altre caratteristiche come la pazienza, la resistenza, la gestione dell’energia…

La partenza è abbastanza tranquilla, come sempre, anche se mi ero prefissato di correre la gara con un livello di impegno costante, intorno al 60% delle mie possibilità e l’unico modo per verificarlo era la frequenza cardiaca, visto che la velocità dipendeva dalla pendenza della strada. Il mio Garmin, però, mi dava dei rilevamenti poco veritieri (ancora non mi sono deciso a collegarlo alla fascia cardio) e, quindi, mi sono regolato in base allo sforzo.

Intorno al 3° km, mentre ci allontanavamo dal paese, mi sono reso conto di non aver tolto la mia catenina con crocifisso e medaglietta: mi dava un po’ di fastidio, ma ormai non potevo più fare niente e, quindi, dovevo sopportarne il continuo rimbalzo sul collo. Purtroppo questo è stato l’ultimo dei problemi, perchè poco dopo la catenina si è staccata e i ciondoli sono caduti a terra. Appena me ne sono accorto, ho fatto giusto in tempo a prendere in mano la catenina e a constatare che avevo perso il resto. Sono rimasto un attimo spiazzato, in bilico tra il proseguire e il tornare indietro: mi sono fermato! Ero molto legato a quel crocifisso e mi sentivo in dovere di tornare sui miei passi, per cercarlo. Così, mentre i podisti mi sfilavano davanti, guardandomi con aria interrogativa, io camminavo in senso contrario, con gli occhi fissi sull’asfalto, in attesa di un riflesso proveniente da uno dei pendenti che avevo perso.

Grazie a Dio non ci ho messo troppo a trovare almeno il crocifisso: mi sono accontentato e sono ripartito, ma, chiaramente, la gara era ormai andata, l’unica cosa che potevo fare era di impegnarmi a correrla così come mi ero prefissato alla partenza.

Ormai, però, tutto era saltato, la mia era diventata una gara a rincorrere e facevo ancora più fatica di quanto avrei voluto. La strada saliva sempre più, in maniera direttamente proporzionale ai miei battiti; nonostante tutto, però, mi rimaneva la lucidità per notare il comportamento intemperante di alcuni automobilisti che, incuranti degli atleti impegnati a portare a termine la propria gara, percorrevano strade chiuse al traffico, con l’aria soddisfatta di chi era riuscito ad infrangere il divieto, senza subirne conseguenze, anzi rischiando di mettere a repentaglio la salute di qualcuno.

Se devo rimproverare qualcosa agli organizzatori è proprio la poca vigilanza in quelle strade di periferia, i cui incroci andrebbero presidiati da personale più risoluto.

Tra una salita e una discesa, iniziavo a pregustare la linea del traguardo e quello che ci sarebbe stato dopo: una bella giornata di festa da trascorrere in famiglia!

Così, senza infamia e senza lode, percorro i miei 9,300 km in 46:51, classificandomi al 140° posto, su 239 atleti arrivati al traguardo: tutto sommato un buon risultato, considerando tutto il tempo che ho perso a causa della sosta imprevista.

Nonostante fossi arrivato nelle posizioni di retrovia, sulla linea del traguardo sono stato accolto da Giovanni, che in quel momento stava facendo da speaker, come un campione e di questo lo ringrazio di vero cuore, perchè ha saputo regalarmi un’emozione inattesa.

Rifarei di nuovo questa gara? Certo che la rifarei, anche perchè devo rifarmi, ma soprattutto perchè ho avuto l’impressione di correre a casa, in famiglia e questa intimità le grandi manifestazioni non te la danno!

Buona corsa

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