X Napoli City Half Marathon

X Napoli City Half Marathon

Il 26 febbraio 2023 si è corsa la decima edizione della Napoli City Half Marathon: la manifestazione che, a mio avviso, ha fatto fare il salto di qualità all’organizzazione delle gare podistiche in Campania.

Ho partecipato, negli ultimi dieci anni, a diverse gare organizzate nella città di Napoli: dalla mezza maratona alla maratona e i progressi sono stati davvero notevoli, lo testimoniano le migliaia di partecipanti delle ultime edizioni.

Napoli offre uno scenario come pochi al mondo e già questo basterebbe ad attrarre qualsiasi appassionato di running, per unire l’utile al dilettevole, ma chi partecipa ad una gara non si limita ad ammirare il panorama, esige dei servizi che gli permettano di godere appieno della manifestazione, prima durante e dopo; ed è proprio nel prima e dopo che l’organizzazione è molto cresciuta.

Dopo questa doverosa introduzione, ti invito a scoprire, insieme a me, cosa ha funzionato e cosa no, nella Napoli City Half Marathon 2023.

Cominciamo col dire, innanzitutto, che questa è la mia quinta (su dieci edizioni) presenza a questa manifestazione e l’ultima volta che vi ho preso parte è stato il 23 febbraio 2020, pochi giorni prima che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, annunciasse il lockdown per tutta l’Italia a causa del Covid.

Un ritorno, quindi, che ha un significato che va al di là dello sport (di questo sport che, tra l’altro, è stato quello più preso di mira durante la pandemia).

Nelle varie edizioni a cui ho partecipato, ho ottenuto risultati molto diversi tra loro: a volte lusinghiero, altre insoddisfacente, ma questo è dovuto al fatto che non sempre la mia preparazione è stata finalizzata a questa gara e anche quest’anno è andata così.

Partiamo, quindi, dal fatto che la Mezza Maratona di Napoli si poneva a tre settimane dalla Run Rome Marathon che è la gara a cui ho rivolto la preparazione di quest’inverno. Ho sottolineato “tre settimane”, perchè quello è il momento ideale (secondo la letteratura di settore) in cui correre l’ultimo lunghissimo per la Maratona. Per correre la Mezza di Napoli, dunque, ho dovuto, innanzitutto, modificare la preparazione per la Maratona di Roma, con il rischio di ricadute negative per entrambe le gare.

Questo non vuole essere una giustificazione al risultato non esaltante, ma era giusto fare un piccolo preambolo, per dare una risposta, innanzitutto a me stesso.

Come sono arrivato a questa gara?

Un po’ stanco 😅 e questo è un aspetto da tenere ben presente.

Importante, però, è anche dire con chi sono andato e questo aspetto della gara è stato certamente il più positivo.

In confronto alle precedenti edizioni, la società organizzatrice dell’evento ha predisposto che il ritiro del pettorale fosse possibile solo di venerdì e sabato, con nessuna deroga per la domenica.

Questo ha complicato un po’ le cose, ma grazie alla disponibilità di Massimo e Carmine, sono riuscito ad avere pettorale e pacco gara, il giorno prima della mezza Maratona.

Ah, apro una parentesi, la maglietta era veramente molto bella!

Il gruppetto della Irpinia Italia che alle 7.30 di domenica mattina (la gara iniziava alle 9) si è dato appuntamento a Torrette di Mercogliano era così composto: Massimo, Carmine, Angelo, Sabino (main sponsor) e da me, ovviamente.

Abbiamo avuto giusto il tempo di cambiarci e siamo subito entrati nell’area della Mostra d’Oltremare, per iniziare a respirare aria di festa e libertà.

Nonostante il mio approccio a questa gara fosse molto sereno, non nego di aver provato un po’ di emozione, quando mi sono mischiato ai circa quattromila runner e forse è stato questo a spingermi a fare una gara diversa da quello che volevo.

Il clima era buono, anche se nuvoloso, non ideale perché c’era comunque un tasso di umidità rilevante (e io questo lo mal digerisco).

Con i miei compagni di viaggio ci siamo subito mescolati al fiume colorato, presagio di una primavera ormai alle porte, e ci siamo lasciati trascinare dalla corrente.

Come dei pesci, poi, siamo stati ingabbiati nelle griglie, per non mescolarci con chi era più bravo di noi e abbiamo aspettato che lo sparo, seguito dal lancio di coriandoli colorati, desse il via alla gara.

Sono le ore 9.00, uno sguardo al cronometro, per verificare che il GPS sia attivo e via!

Se c’è così tanta gente sulla linea di partenza, vuol dire che le griglie non funzionano, poi, benissimo: meno male che c’è il real-time!

Il percorso, in linea di massima, è lo stesso degli anni precedenti.

Si parte da Viale John Fitzgerald Kennedy, si passa sotto la galleria di Fuorigrotta e si sbuca su via Caracciolo, per poi proseguire su tutto il lungomare, fino ad arrivare all’altezza della zona Mercato, dove c’è la boa per l’inversione di marcia…

Il primo tratto è leggermente in discesa e il serbatoio ancora pieno mi spinge ad avere un ritmo sostenuto, più elevato di quello che mi ero riproposto a inizio gara. Qual’era il mio obiettivo? Arrivare sotto 1 ora e 45 minuti, ma nel mio profondo covavo il desiderio di tornare sotto l’ora e 40 minuti, anche se questo avrebbe significato rischiare di infortunarmi per la maratona che era lì ad aspettarmi tre settimane dopo.

Fino al km 11 sono riuscito a reggere il ritmo, poi la stanchezza ha iniziato a fare capolino e allora ho pensato che fosse più giusto gestire le energie e tirare un po’ il fiato.

Intanto il fiume di colori invadeva anche Corso Umberto, per poi riversarsi nuovamente sul lungomare.

Siamo al km 15, la lancetta “fuel” scende sempre più verso la zona rossa: è arrivato il momento di fare un’aggiunta di carburante al volo, utilizzando uno dei gel provato durante gli allenamenti. In verità non ho mai sentito quella “botta” di energia tale da dire: “eccolo, sta funzionando”; non vorrei fosse solo una cosa psicologica, mah!

Intanto mi preparo, psicologicamente, ad affrontare la galleria di Fuorigrotta, stavolta in senso inverso, cioè in salita e che salita!

I pacemaker con i palloncini che indicavano il tempo di arrivo in 1 ora e 45 minuti mi avevano superato da un po’, dopo che ero riusciti a tenerli dietro per diversi km, e questo mi ha demotivato non poco.

Ho affrontato la salita della galleria con il mio passo, con un unico obiettivo: arrivare al traguardo!

All’uscita, un leggera pioggia mi ha restituito un po’ di vigore, mettiamoci anche che la strada era in lieve discesa e, così ho finito la mia gara in crescendo, con il tempo di 1 ora 45 minuti 17 secondi; classificandomi al 1264° posto, sui 3335 ad aver tagliato il traguardo.

E chest’è!

Buona corsa

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